Dalle origini, alla rifondazione nel G.O.I., ai giorni nostri
La Loggia "La Fiaccola", n. 1, venne costituita all'Oriente di Torino nell'autunno del 1971, quale Loggia Madre – come d'altronde sottolineato dalla stessa denominazione e dal numero distintivo – di un raggruppamento di officine operanti nell'ambito di un progetto istitutivo di logge segrete definito "Serenissima Gran Loggia Nazionale di R.S.A.A.", ma comunemente noto come "Logge segrete di Piazza del Gesù".
Alcuni risvolti delle origini di questo piccolo arcipelago di logge segrete rimangono tutt'oggi controversi e difficilmente su di essi sarà possibile fare luce in forma certa, tanto meno circostanziata, considerata la comprensibile cortina di riservatezza che le circondava. A partire proprio dallo spunto che diede origine alla vicenda. Esso scaturì direttamente dal medico romano Tito Ceccherini, all'epoca Sovrano Gran Commendatore di Piazza del Gesù, il quale lo mise per iscritto in una nota indirizzata ai suoi referenti piemontesi, attorno alla quale aleggia tuttora il dubbio. Rimane, comunque, fermo il fatto che quella missiva riservata, datata 29 settembre 1971, porta la firma "Ceccherini", dispone la creazione di logge segrete "quale riserva massonica da utilizzare al momento opportuno" e impone il segreto massonico sull'intero operato. La regia dell’operazione venne affidata al Fratello Luigi Nunzio Maria Savona.
La nascita de "La Fiaccola" è abbinabile alla data anzidetta (primo Maestro Venerabile fu lo stesso Luigi Savona) e al periodo immediatamente conseguente l'innalzamento delle Colonne delle altre nove Logge che da essa trassero origine, cinque delle quali attualmente operanti nel G.O.I. all'Oriente di Torino ("Adriano Lemmi", "Nuova Italia", "Tito Ceccherini", "Pietro Micca" e "Costantino Nigra").
La Fiaccola iniziò a lavorare col rituale del "Rito Filosofico Italiano" nel Tempio torinese di via Cavour 13 ("coperto" dalla targhetta "I Ciclopi Club") dividendo la sede con le altre officine di cui fu capofila, col "Rito Filosofico Italiano", col "Kiwanis International" e con un ordine templare.
Svincolata com'era dal contesto ufficiale, l'operazione assunse contorni di marcata "disinvoltura", di cui si conserva ancora memoria, particolarmente nell'applicazione dei regolamenti interni. Ciò nonostante, il 31 dicembre 1972 si raggiunsero gli accordi per l"'emersione" delle nove Logge segrete torinesi (la decima aveva sede a Milano), che vennero regolarizzate nell' estate seguente - il 10 luglio 1973 - all'Obbedienza della "Gran Loggia Nazionale Italiana degli Antichi Liberi Accettati Muratori" di Piazza del Gesù 47, presieduta da Francesco Bellantonio, successore di Tito Ceccherini, deceduto l'anno precedente. Tre mesi più tardi, l'intero raggruppamento di via Cavour 13 raggiungerà un obiettivo al quale aveva puntato inutilmente in precedenza, cioè il passaggio all'Obbedienza del Grande Oriente d'Italia, Palazzo Giustiniani (infatti, l’assenza di credenziali ufficiali aveva reso impraticabile il passaggio diretto). Tutto ciò avvenne nel quadro della confluenza nel Grande Oriente d'Italia, Palazzo Giustiniani, della Gran Loggia Nazionale degli A.L.A.M., epilogo dell'ennesima diaspora che divise ulteriormente la seconda Obbedienza italiana e che arricchì il G.O.l. di decine di Logge con centinaia e centinaia di Fratelli nei rispettivi pie' di lista. Fra queste, anche "La Fiaccola", il cui passaggio venne deliberato nelle Tornate della Giunta Esecutiva del Grande Oriente d'Italia del 16 e del 28 settembre 1973 e sancito col decreto 277/LS, a firma del Gran Maestro Lino Salvini, datato 1 ottobre 1973. All'ex Loggia Madre di via Cavour 13 venne attribuito il numero distintivo 874. Essa, così come talune altre del raggruppamento di via Cavour 13, mantenne una certa autonomia, retaggio degli accordi raggiunti da Luigi Savona all'atto della regolarizzazione in Piazza del Gesù 47 e in occasione della successiva confluenza in Palazzo Giustiniani.
I Fratelli che "rifondarono" La Fiaccola nel G.O.l. assunsero l'impegno allo studio e alla ricerca sulle tradizioni della Libera Muratoria, intento rimarcato perfino nella stessa intestazione dell'Officina. Fu così che intellettuali e, soprattutto, raffinati ricercatori conferirono nell'atanòr il personale patrimonio di cognizioni e spiritualità, destinandolo alla crescita della comunione universale degli uomini liberi. In tal modo, La Fiaccola divenne ben presto un prestigioso punto di riferimento tra le Logge di Ricerca: un autentico "crogiolo" in grado di tracciare eloquentemente gli orientamenti per la tradizionale "cultura" libero-muratoria di sicura laicità. Quanti lavorarono tra le sue Colonne nei decenni che seguirono non vennero mai meno a quest'impegno; e così è tutt’oggi, tant’é che la Loggia è costantemente impegnata a sviscerare l’essenza laica e liberale sviluppata con la più approfondita esplorazione del pensiero spirituale in modo coerentemente massonico.
Ai Fratelli è richiesto di lavorare senza riserva alcuna, con illuminata lungimiranza e in fraterna comunione, nel solco dei propositi ispiratori della Loggia stessa. I Lavori d'Officina sono intensi e affrontati sempre con la volontà di onorare i principî determinati dai fondatori di una delle Logge insigni che hanno fatto la storia della Libera Muratoria italiana del secondo Novecento.
A testimoniare il ruolo fondamentale della Loggia Madre della Serenissima Gran Loggia Nazionale di RSAA, il labaro appartenente alla Fiaccola porta il numero 1 in bella evidenza sotto la base del delta. All'atto della fusione col G.O.I., "La Fiaccola" assunse il numero distintivo 874.
La simbologia scelta per contraddistinguere la Loggia si richiama all'iconografia libero-muratoria più tradizionale: i due rami d'Acacia, uniti da un laccio annodato in basso, hanno le punte rivolte al Sole e avvolgono un Delta che, a sua volta, incornicia una Fiaccola dalla quale si sviluppa una vivida fiamma.
Questi gli spunti scelti dai Fondatori per l'insegna.
Il Sole che sorge ad Oriente rappresenta la vita, la conoscenza e la scienza muratoria, attraverso le quali il Massone può liberarsi dalle tenebre della profanità per il raggiungimento di quella Luce che egli sa per certo essere il suo fine.
Il Delta vuole rappresentare, nella sua base, tutti i Fratelli Massoni Iniziati che si avviano lungo il percorso che potrà condurli al vertice della piramide, consapevoli che una incrollabile forza interiore si rende indispensabile per affrontare un cammino che si presenterà sempre più arduo tanto più ci si avvicina al vertice.
I due rami d'Acacia rappresentano quella trasformazione che, necessariamente, ogni Massone opera in sé per arrivare alla Luce.
Dunque, comun denominatore di quest'aggregazione simbolica è il cammino di perfezionamento libero-muratorio, che la Fiaccola al centro della scena si prefigge di illuminare.
La Fiaccola vuole rappresentare l'essenza della Massoneria, che si muove squarciando le tenebre dell'ignoranza, del vizio e delle credenze, chiamando la comunione universale dei liberi muratori ad agire in tal senso nel rispetto del trinomio "Libertà, Uguaglianza, Fraternità" (è quanto sottolineano i tre punti ai lati del Delta), o, addirittura, la Massoneria stessa: a tal proposito, non dimentichiamo che la R:.L:. "La Fiaccola" nacque quale matrice di un'intera Ob-bedienza massonica, sebbene marginale nel contesto storico della
Libera Muratoria peninsulare.